L’idealismo hegeliano ha esercitato una profonda influenza nella storia della filosofia, trovando in Italia una delle sue espressioni più significative nel Νeoidealismo, rappresentato da Giovanni Gentile e Benedetto Croce. Questa corrente, sviluppatasi nella prima metà del Novecento, ha saputo integrare motivi immanentistici, umanistici e storicistici ereditati da Hegel, reinterpretandoli alla luce della cultura positivistica. Nell’Attualismo di Gentile la realtà è ricondotta all’atto del “pensiero pensante”, fonte e fondamento di ogni esperienza. L’arte rappresenta la soggettività assoluta dello Spirito, la religione la sua oggettività, mentre nella filosofia entrambe trovano sintesi come autocreazione del pensiero stesso. Centrale è anche la concezione dell’educazione come autoeducazione e la visione dello Stato come Stato etico, radicato nell’interiorità spirituale. Lo storicismo assoluto di Croce, invece, concepisce la realtà come storia dello Spirito e riconosce l’autonomia delle diverse forme culturali: arte, filosofia, economia ed etica. L’arte è intuizione lirica ed espressione; la filosofia coincide con la storiografia; l’economia si riferisce all’utile e lo Stato è potenza, mentre la moralità è l’affermazione della libertà. Il Neoidealismo, con l’accento sulla centralità del soggetto, critica il determinismo, il valore della cultura e il nesso fra etica e politica, e si conferma ancora oggi una prospettiva attuale, che offre strumenti critici per riflettere su libertà, identità, cultura e responsabilità civica.
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